Ecco le prime 9 startup accelerate da TechItalia:Lab London
Startupbusiness ha chiesto ad Alessandra Barraco che si occupa del marketing e della comunicazione di TechItalia London, la community dei professionisti italiani che lavorano a Londra nella tech industry, di raccontare la prima edizione del programma di accelerazione di TechItalia:Lab il primo acceleratore italiano a Londra che è appunto uno spin-off di TechItalia London e che si è concluso lo scorso 20 marzo. Oltre 50 mentor hanno affiancato le startup selezionate nella prima edizione di TechItalia:Lab durante il loro percorso di accelerazione di 10 settimane con l’obiettivo di scalare il mercato inglese. Dieci settimane per una startup rappresentano un periodo significativo durante il quale occorre ottimizzare tempo, concentrare le risorse, focalizzare tutte le energie verso sempre nuovi obiettivi. Sono tante le storie che si sono avvicendate e molto diverse le persone che ne hanno fatto parte, con però due caratteristiche comuni a tutti: idee chiare e tanta, tantissima ambizione. Ciò perché Londra è una opportunità per le startup italiane. Ecco qui qualche dato: secondo l’indagine Colliers International, Londra è stata valutata la città numero uno in Europa dove poter svolgere affari. L’indagine si è basata su diversi fattori tra cui: il numero di talenti, il rendimento economico e la produttività. La famosa ‘Silicon Roundabout’ è oggi il terzo più grande cluster di startup nel settore tecnologico dopo Silicon Valley e New York City: qui si concentrano migliaia di startup attratte dalla burocrazia particolarmente leggera e dalle numerose opportunità di trovare fondi di investimento. Infatti, secondo i dati di PitchBook.com nel 2017 tra gli UK e l’Irlanda sono stati investiti nel tech 5,6 miliardi di euro, cifra 50 volte più alta rispetto all’Italia. Un altro dei vantaggi della Silicon Roundabout è la prossimità con le università e business school che ogni anno sfornano laureati e Mba pieni di idee e di entusiasmo, i quali poi diventano imprenditori di successo, mentori e business angel.  Inoltre Londra costituisce per le imprese americane la base preferita per chi vuole aprire una sede in Europa, aspetto da non sottovalutare per chi vuole entrare in contatto con i colossi statunitensi. Abbiamo chiesto direttamente a loro, alle startup del primo programma di accelerazione TechItalia:Lab cosa li abbia portati ad attraversare la Manica. Antonella Cosenza, appassionata ed esperta di moda ha lavorato a Londra già alcuni anni fa. Proprio qui ha trovato ispirazione per creare Personal Shop, una piattaforma web che collega i turisti o appassionati di shopping con i personal shopper locali nelle più grandi città del mondo. Infatti è proprio a Londra che nasce la figura del ‘Personal shopper’, come tanti altri trend che poi vengono esportati nel resto del mondo. Ma per “accelerare” il suo business aveva bisogno del supporto di esperti provenienti da un contesto internazionale come quello di Londra. Così dopo uno “scontro” iniziale, come lei lo definisce, insieme ai mentori di TechItalia:Lab la sua esperienza si è conclusa per il meglio, aprendo il suo business anche al B2B. Come per Antonella, anche per Fabio Rebecchi di Mr Doc, il programma ha portato risultati. Mr.Doc è un sistema che utilizza il deep learning per rilevare le malattie non trasmissibili, su qualsiasi smartphone, senza bisogno di sensori esterni o indossabili. Fabio, già imprenditore seriale, voleva confrontarsi con persone preparate provenienti da una realtà più competitiva rispetto a quella italiana. Durante il percorso ha conosciuto diversi mentor, ma la conoscenza di uno di loro in particolare è risultata molto produttiva: ha infatti avviato una collaborazione con Matteo Berlucchi, Ceo e Co-Founder di Your.MD, startup inglese che ha raccolto17 milioni di dollari. Tra le storie di questo primo programma c’è anche quella di Fabrizio Villani di Fintastico, il TripAdvisor del Fintech. Fabrizio ci ha raccontato che per loro è stato strategico confrontarsi con Londra, essendo oggi la capitale mondiale del fintech. Resta per lui un rammarico non avere avuto la possibilità di parteciparvi di persona ma in remoto, essendo il loro un team che lavora da Milano e Barcellona. Per questo la loro necessità era quella di avere un po’ di struttura e ricevere qualche consiglio giusto per intraprendere delle scelte strategiche volte al miglioramento, l’aiuto di TechItalia:Lab è stato fondamentale per raggiungere entrambi gli obiettivi. Come Fabrizio anche Pietro Lanzarini di Bagtrax ha seguito il programma in remoto. Bagtrax ha brevettato un algoritmo incorporato in un dispositivo multisensore che consente di rintracciare il bagaglio registrato in tutto il mondo inviando i dati a un server remoto in modalità sicura. TechItalia:Lab ha ospitato anche Claudio Di Giovanni, Founder e Ceo di Watchr, una piattaforma digitale per la rivendita di beni di valore in modo sicuro e conveniente. Quelli più social invece conosceranno già Michele Cesario, CEO di Comehome!, la loro mission è infatti quella di creare una rete sociale ‘reale’ che consenta agli utenti di organizzare e partecipare facilmente agli eventi interni, creando aggregazioni offline, nella vita vera. Mela è un’applicazione mirata alla gestione del lavoro in ambienti industriali. Riccardo Chiarelli, uno dei founder, racconta che Mela è stata fondata a Londra ma che attualmente lavora molto di più in Italia: la loro sfida è trovare investitori in Inghilterra e lanciare il loro business nella capitale britannica dove negli ultimi tre anni sono stati completati 60 grattacieli e 91 sono attualmente in costruzione, secondo il NLA London Tall Buildings Survey 2017. Tra le startup del programma c’è anche chi ha base negli UK ma vuole espandersi in Italia. TechItalia:Lab infatti, non aiuta solo le startup italiane a crescere in Inghilterra, ma anche le startup inglesi a crescere in Italia. Questa è la storia di Rentuu, piattaforma on line che permette di affittare prodotti anche solo per un giorno. Andrea Guzzani, italiano ma ormai da tanto tempo a Londra, dice che l’azienda della quale è Ceo, ha niente di italiano se non lui, per questo il suo obiettivo è quello di sfruttare il ‘corner italiano’ di TechItalia per trovare utili connection e portare Rentuu in Italia. Oltre alle connection, Rentuu ha anche trovato finanziamenti importanti proprio dai mentor con cui è entrata in contatto. Guido Morelli di Wonder, conferma che tra tutti gli ecosistemi tech mondiali che ha visitato (Wonder è presente in Australia, America e Italia) quello londinese è il migliore per il loro settore. Wonder è infatti una tecnologia di editing video automatico SaaS e mobile che utilizza un linguaggio cinematografico per creare facilmente contenuti video di alta qualità, semplicemente riempiendo uno storyboard digitale su misura. Persino Hollywood, preferisce tra tutti, i servizi forniti dalla capitale inglese. Grazie a TechItalia:Lab sono riusciti a sviluppare diversi contatti interessanti, soprattutto tra i mentor. Prossima tappa per loro sarà il Sud Africa.

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