Five Seasons Ventures è il nuovo fondo pan-europeo dedicato a investimenti in ambito food tech di cui abbiamo dato notizia recentemente. Abbiamo intervistato Ivan Farneti e Niccolò Manzoni, due dei partner del fondo per conoscere meglio le modalità operative e gli obiettivi. “Ora stiamo lavorando sul deal flow che già abbiamo e poniamo attenzione particolare al mercato italiano che insieme a quello britannico e quello francese è per noi principale, del resto su cinque partner del team in quattro siamo italiani, inoltre abbiamo il Fondo italiano di investimento come investitore e quindi abbiamo impegno a fare investimenti in Italia e comunque l’Italia è oggi uno dei punti di riferimento per il food tech”. Five Seasons Ventures ha un deal flow che conta oltre 500 startup al momento e di queste ne sono state individuate come interessanti circa 130 e di loro una dozzina sono italiane che meritano approfondimento e avvio del processo di due diligence, si tratta di aziende che hanno già fatturato e rispondono a bisogni importanti che le big food company cercano come per esempio ingredienti naturali, nutrizione più precisa, eliminazione dei grassi saturi, ciò perché, spiegano i due partner, in questo settore le exit sono più rilevanti di altre forme di sviluppo come per esempio le Ipo. Farneti e Manzoni sottolineano infatti che il loro modello prevede un continuo dialogo con il mondo delle grandi industrie alimentari al fine di comprendere come l’innovazione possa essere meglio declinata nella prospettiva delle loro esigenze, tra queste c’è anche Nestlè che è pure uno dei limited partner del fondo. “Le grandi aziende dell’alimentare – spiegano – nell’arco degli ultimi due anni hanno fatto i loro corporate venture capital, ce ne sono una quindicina nel mondo oggi soprattutto negli Usa e per noi sono opportunità di co-investimento, noi possiamo aiutarli a fare valutazioni con un punto di vista più da VC (venture capital) e loro possono portare le competenze più industriali già in fase di due diligence. Questi corporate venture capital sono quindi interessati a parlare con noi per avere una visione più ampia e trasversale e quindi non solo quelle più vicine al loro business specifico. Siamo complementari a loro e la cosa bella è che due anni fa non c’era nessuno di questi fondi, questo ecosistema food tech si sta formando adesso e noi siamo pionieri, siamo uno dei tre fondi che vi operano insieme ad Anterra Capital che ha sede in Olanda e CapAgro che è a Parigi”. Five Seasons Ventures cerca quindi aziende con product market fit, che hanno già fatturato e che quindi risultano essere di interesse strategico per grandi gruppi industriali e che siano in grado di proporre tecnologia già presente e sviluppata: “il nostro posizionamento è di tipo series A o inizio series B e in fase di selezione applichiamo poi i criteri che sono comuni a tutti i vc come l’analisi del team, la difendibilità delle tecnologie e l’effettiva possibilità che abbiamo, con le nostre competenze, nel portare valore alle aziende che implica una profonda comprensione delle sfide tecnologiche, industriali, commerciali che esse si pongono”. Il fondo ha registrato un primo closing da oltre 60 milioni di euro e i partner anticipano che nei prossimi mesi si potranno aggiungere nuovi LP perché l’interesse è molto alto: “abbiamo superato il nostro obiettivo iniziale che si attestava sui 40-50 milioni e ora puntiamo a 65-70 milioni di raccolta entro la fine dell’anno”. Five Seasons Ventures farà investimenti medi compresi tra i 2 e i 4 milioni di euro: “tendenzialmente stiamo fuori dai seed round anche se eccezioni ci possono sempre essere, e operiamo tenendo riserve per ulteriori round sulle startup investite che attestiamo a circa il 50% del fondo, abbiamo, come detto, impegno di investimento sui diversi Paesi e il nostro uomo concentrato sull’Italia è Giancarlo Addario che sta a Bologna e ha un passato nell’open innovation di Barilla, per la Francia avremo un team con sede a Parigi operativi prima possibile, stiamo già cercando un analyst associato per questa sede. Italia e Francia rappresentano circa la metà della destinazione degli investimenti, il resto andrà verso startup di altri Paesi europei”. Non resta quindi che attendere l’annuncio del primo deal che i due partner anticipano avverrà piuttosto a breve perché il term sheet è già sul tavolo ma sottolineano anche come la loro filosofia operativa e il loro processo di selezione è motivato dalla qualità dei progetti che verranno individuati come interessanti e non dalla fretta o da tempistiche predeterminate.
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