Criptovalute, sarà pure una bolla ma…

A lanciare l’allarme ‘bolla’ (a seguito anche delle incredibili impennate e poi crolli del Bitcoin negli scorsi mesi) sono stati personaggi del calibro del finanziere George Soros o Warren Buffet, ma anche banche d’affari come Goldman Sachs, che però si è comprata una piattaforma di scambio; o Morgan Stanley e Visa. Non piacciono nemmeno a Bill Gates, che non reputa positivo l’anonimato di cui si può godere nelle piattaforme dedicate alle criptovalute. A Milano il recente evento “Cryptocurrencies: A bubble or here to stay?” organizzato da Cariplo Factory in collaborazione con EconomyUp ha fatto il punto su questo fenomeno dirompente chiamato appunto ‘criptovalute’ di cui il Bitcoin è il più noto, ma certamente non il solo. Dalle opinioni emerse all’incontro, che ha visto intervenire imprenditori, esperti, investitori, il risultato è questo: la bolla c’è al momento, ma ciò non esclude che le criptovalute siano un cambiamento disruptive destinato a incidere profondamente nel futuro dei servizi finanziari. “Sicuramente le criptovalute saranno il futuro. Non importa se tra 5, 10 o 30 anni, ma una cosa è certa: diventeranno di uso ultracomune”. Ne è convinto Vincenzo Di Nicola, co-founder e co-Ceo di Conio, società che offre prodotti e tecnologie per i Bitcoin (per esempio ne rende più semplice l’accesso ai comuni investitori e trasforma la valuta da virtuale in ‘fisica’).  “Nel breve termine ci saranno alti e bassi, come per ogni tecnologia dirompente, ma il 2018 sarà l’anno delle transazioni in tempo reale e a costi molto bassi” afferma l’imprenditore, già co-fondatore di GoPago, startup del fintech che è stata acquisita da Amazon nel 2013. Dice Raffaele Mauro, Managing Director di Endeavor Italia, organizzazione internazionale che ha come obiettivo la crescita economica di lungo periodo attraverso la selezione, il mentoring e l’accelerazione degli imprenditori e delle imprese ad alto potenzial (tra queste ce ne sono anche alcune che si occupano di criptovalute).”Grazie a internet abbiamo vissuto 3 grandi ondate di decentralizzazione: la prima sui contenuti, abbiamo visto cosa è successo ai giornali o nel mondo musicale; la seconda ondata ha riguardato i beni fisici durevoli, si pensi a Airbnb; ora stiamo assistendo alla terza ondata, che riguarda i servizi finanziari e le criptovalute ne sono il principale driver. C’è una forte discontinuità rispetto al passato ed è un fenomeno che dobbiamo osservare molto da vicino. Quanto alla bolla, tutte le ondate di trasformazione tecnologica creano fenomeni speculativi, ma non vanno confusi con il vero cambiamento che sta accadendo”.

“Negli ultimi mesi c’è stata un’euforia speculativa sulle cryptocurrencies: un atteggiamento irrazionale, ma credo sia temporaneo” dice Giancarlo Russo, founder e Ceo di Neutrino, startup B2B che produce dati e informazioni – cioè blockchain intelligence – per gli operatori del mondo delle criptovalute. “Sono convinto che le cryptocurrencies possano cambiare il mondo. Da un punto di vista della tecnologia siamo davanti a un fenomeno che ha una capacità d’innovazione enorme, basti pensare alle ICO come strumento di fundraising democratico, cioè aperto a tutti.” “Le criptovalute sono sono una bolla ma un fenomeno destinato a durare,  perché tutte le grandi innovazioni tecnologiche sperimentano un periodo di hype, per così dire di esuberanza irrazionale, ma questo iniziale entusiasmo in parte immotivato serve poi a fertilizzare e a far crescere il mercato”. A dirlo è Enrico Noseda, Partner di growITup, piattaforma che punta a connettere il mondo corporate con le startup con l’obiettivo di aiutare nello stesso tempo le grandi aziende a innovare e le giovani realtà imprenditoriali a crescere. In occasione del World Economic Forum di Davos, il pioniere di Bitcoin Richard Muirhead di Fabric Ventures in un panel organizzato dall’emittente Cnbc aveva detto che comunque siamo ancora lontani da una bolla come quella delle dotcom, che si sviluppò dalla seconda metà degli anni Novanta: il Bitcoin e le altre monete digitali hanno una capitalizzazione di circa 550 miliardi di dollari, mentre le azioni di Internet valevano diverse migliaia di miliardi. “I prezzi potrebbero essere diventati un po’ più speculativi di quanto dovrebbero essere, – ha detto Muirhead – ma vediamo crescere un numero sempre maggiore di team di alta qualità e … costruire applicazioni interessanti”. Qui di seguito una chart animata del WEF che mostra la crescita incredibile negli ultimi 4 anni delle ICO, un metodo utilizzato per raccogliere fondi iniziali per lo sviluppo e la commercializzazione di nuove criptovalute o token, che ora è utilizzato anche per il fundraising di molte startup.   

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