Circular economy, per Greenrail è il momento della svolta

Per Greenrail, andare oltre i riconoscimenti (l’ultimo quello di startup dell’anno nell’ambito dell’evento #SIOS17) è ciò che adesso dovrebbe contare di più: una startup che sa di avere una tecnologia fortissima e altamente innovativa, a un certo punto ha bisogno di ‘scaricare a terra’ in senso metaforico e letterale visto che la società ha ideato  una traversa ferroviaria innovativa e sostenibile, smart, in grado di offrire migliori prestazioni tecniche, ambientali, economiche  rispetto alle traverse oggi standard del settore. La traversa Greenrail promette di garantire una durata superiore ai 50 anni (contro i 30 anni di quelle in calcestruzzo), l’abbattimento di polverizzazione del ballast (la breccia che giace al di sotto dei binari), meno vibrazioni e meno rumore. In più, si propone come sostenibile in quanto utilizza materiali riciclati e smart ed è progettata per generare energia al passaggio dei convogli. Greenrail è attiva da alcuni anni, ha portato avanti il suo progetto in un’ottica di circular economy,  ha ideato e messo a punto un nuovo materiale e lo ha declinato per il settore infrastrutturale, ha portato avanti anche  la tutela della proprietà intellettuale in 76 diversi paesi del mondo, ha cominciato a sperimentare e a farsi conoscere in un ambiente (potenziali partner e mercato) che non è quello tipico delle startup digitali (recettivo all’innovazione) ma è piuttosto vecchia scuola, ha nel frattempo trovato modi per sostenersi;  tutte attività che richiedono uno sforzo notevole. Eppure un paio di anni fa, nel corso del programma Shark Tank, il giovane founder Giovanni De Lisi rifiutò che il 20% della società passasse agli investitori per 1 milione di euro, perchè come spiegava in questa intervista la sua società pur non fatturando ancora nemmeno un centesimo, valeva già 40 milioni di euro.  Probabilmente aveva ragione, perché quello delle infrastrutture è un settore in cui quando si cominciano a sottoscrivere contratti, non si parla di bruscolini ma di cifre importanti: di recente Greenrail ha ottenuto la prima commessa da SafePower1 (società creata da imprenditori e investitori Usa per produrre e commercializzare i prodotti Greenrail) pari a 26 milioni di euro, che salgono a 75 tenendo conto delle royalties sulle future vendite. L’accordo comprende concessione di licenza di brevetto e del marchio, trasferimento di know-how, progettazione e fornitura degli impianti industriali. La traversa Greenrail, negli USA andrà ad inserirsi in un mercato che richiede ciclicamente da 15 a 25 milioni di traverse ogni anno per la sola manutenzione delle linee esistenti e che è in forte espansione, conuna domanda che nei prossimi anni supererà oltre i 100 milioni di traverse grazie agli ingenti investimenti per l’ammodernamento e l’update dell’infrastruttura ferroviaria, in particolare attraverso sistemi innovativi, sostenibili e soluzioni smart come quelle di Greenrail. Un’ottimo inizio, quindi, specialmente se si considera che l’ambizione di Greenrail è sempre stata quella di aggredire i mercati esteri, come Usa, Paesi Arabi, Cina, India dove si sta investendo tanto nel settore ferroviario. A questo punto, l’obiettivo deve diventare accelerare da un punto di vista commerciale, anche perché sul fronte dei progetti per le ferrovie del futuro comincia a essere più concreta la minaccia di HyperLoop One, la grande disruption del settore ferroviario, che benché sia ancora distante dal vendere il biglietto al suo primo passeggero, benchè sia una tecnologia di mobilità che probabilmente non sarà mai capillare ma collegherà solo grandi città, ha oramai superato la sua fase da ‘tecnologia fantascientifica’ a favore di quella di ‘tecnologia del futuro imminente’ e ha certamente una capacità di cambiare nuovamente le regole del gioco nel settore ferroviario.

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