Europa a due velocità anche nel digitale. È almeno ciò che potrebbe apparire in queste ore che vedono da un lato il premier britannico Theresa May annunciare l’intenzione di introdurre nuove norme per regolamentare internet (come riporta Independent ) e dall’altro il neoeletto presidente francese Emmanuel Macron nominare il 33enne imprenditore digitale di origine marocchina Mounir Mahjoubi suo digital minister (qui la notizia riportata da Venture Beat). Che a Macron piaccia il mondo dell’innovazione d’impresa è un fatto, lo ha recentemente dichiarato affermando che vuole fare della Francia il Paese delle startup entro cinque anni. E lo ha anche dimostrato in passato sostenendo apertamente la nuova economia digitale e innovativa e perfino accompagnando 190 startup francesi all’ultima edizione del Ces di Las Vegas quando era ancora ministro dell’economia. In Francia l’ecosistema delle startup è oltre dieci volte più grande di quello italiano in termini di investimenti e iniziative governative come La French Tech stanno contribuendo a costruire un ecosistema che va perfino oltre i confini del Paese, poi ci sono nuovi progetti come StationF, il più grande campus per startup del mondo. La scelta del giovane imprenditore Mounir Mahjoubi quale ministro per il digitale è ulteriore dimostrazione di come il 39enne neo presidente transalpino abbia tutte le intenzioni di proseguire in modo deciso e spedito sul solco della strada che ha tracciato quando era ministro dell’economia, solco che guarda al futuro in modo deciso, a un futuro capace di creare valore economico e sociale, a un futuro che gli ha permesso di arrivare a conquistare la carica istituzionale più alta del Paese costruendo un movimento politico, En Marche, che è stato costruito ed è cresciuto con ritmi e modelli tipici di una startup fino a scalare ai massimi livelli, fino ad arrivare all’Eliseo. Certamente un esempio per il resto d’Europa, certamente un auspicio che la politica del neo presidente francese continui in questa direzione, certamente una nuova sfida competitiva non solo per la Gran Bretagna e il pantano della brexit, ma anche per le altre grandi economie della Ue, Italia compresa la quale non può più permettersi di continuare a perdere terreno.
@emilabirascid
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