Mercato dell’auto, ecco come la digitalizzazione cambia tutto

Internet e il digitale arrivano prepotenti a minare le basi di un altro settore: quello della vendita delle automobili. Nel corso della settimana scorsa due notizie hanno acceso i riflettori su come l’e-commerce è potenzialmente dirompente anche quando si tratta di prodotti di alto costo e di alta complessità e variabilità delle configurazioni. Le due notizie sono state l’annuncio dell’investimento da 10 milioni di dollari effettuato da due fondi europei su MotorK, scaleup italiana che ha sviluppato piattaforme di digitalizzazione per la vendita di automobili coinvolgendo sia gli utenti finali sia i dealer , e l’annuncio della nascita del negozio online di Alfa Romeo all’interno di Alibaba che al debutto ha venduto in poco più di 30 secondi 350 vetture modello Giulia nella configurazione ‘Milano’ appositamente realizzata a un prezzo per unità vicino a 63mila dollari e circa 60 Giulia Quadrifoglio Verde al prezzo di quasi 150mila dollari. Tutto online.

Tesla

Tesla vende automobili a un prezzo medio di 120mila euro esclusivamente online, non ha rete di vendita e fa mai sconti sul prezzo pubblicato. Bmw ha lanciato nel Regno Unito, e a giorni anche in Cina, uno strumento online che consente di configurare la propria vettura e di procedere all’acquisto in ogni momento della giornata tra le 8 del mattino e le 10 di sera, sabato e domenica compresi, questo programma della casa tedesca è stato sviluppato con la collaborazione della rete dei concessionari che hanno aderito all’iniziativa per il 95%. In Cina i concessionari di auto vendono le vetture direttamente dall’interno di WeChat, popolare app che integra tantissimi servizi, assistendo l’acquirente in ogni fase fino a completare l’acquisto (tutti esempi questi illustrati in occasione di Internet Motors, due giorni dedicata alla digitalizzazione dell’industria automotive organizzata proprio da Motork). Le automobili si vendono già online, anche se resta importante la rete dei concessionari fisici perché il test drive è un passaggio che molti acquirenti vogliono fare, perché non sempre è possibile consegnare la vettura presso l’indirizzo del cliente, perché per firmare i contratti di vendita bisogna che cliente e venditore si incontrino, perché una vettura ha una vita in cui servirà assistenza e supporto. Ciò che sta accadendo è che il modello di business e soprattutto il processo che porta alla vendita sta cambiando anche quando si tratta di automobili. Se fino a ieri ci si poteva permettere di rispondere alla richiesta di un potenziale cliente in tempi misurati in ore, se non addirittura in giorni, oggi bisogna rispondere in tempo quasi reale altrimenti si rischia di perdere il cliente, le concessionarie sono sempre più grandi, multimarca, multi-provincia per accrescere da un alto le economie di scala ma anche per essere sufficientemente strutturate al fine di poter fare gli opportuni investimenti per cogliere al meglio possibile questa opportunità. Opportunità che vale per il mercato delle auto nuove, così come per quello dei veicoli usati come ha dimostrato in Usa Carvana.com che ha messo a punto una piattaforma che utilizzando anche tecnologie di realtà virtuale consente di visionare fino al più piccolo dettaglio, e difetto, prima dell’acquisto: tecnologia, servizio, trasparenza sono le chiavi di questa organizzazione che ha rivoluzionato il mercato statunitense dell’auto usata, mercato che in Italia è aggredito da startup come BrumBrum  e GoodBuyAuto . Realtà virtuale, screencast, chat sono strumenti che sempre più verranno utilizzati anche per organizzare appuntamenti online tra venditori e acquirenti. Certo la diffusione del car sharing e l’avvento delle auto elettriche modificano da un lato il concetto stesso di rapporto con l’automobile che non è più vista unicamente come prodotto da acquistare, ma può essere anche considerata sotto forma di servizio e minano, dall’altro, il modello dei servizi di assistenza tecnica perché le auto elettriche avranno solo gli pneumatici e i freni da fare controllare ogni tanto, per il resto la manutenzione, salvo forse la periodica sostituzione delle batterie, è non necessaria. E così cambia profondamente anche il mercato come recita questo articolo del World Economic Forum del 24 febbraio 2017  in cui si spiega come sta modificandosi il mercato negli Usa, come le nuove generazioni vedono l’automobile e come è sempre maggiore il ruolo dell’online, non solo come canale di vendita, ma anche come strumento per raccogliere informazioni e confrontare le offerte e i modelli. Naturalmente però la vera rivoluzione ci sarà con l’avvento delle auto a guida autonoma che modificheranno il concetto stesso di base: vi saranno meno auto che viaggeranno più spesso invece delle tante auto che ci sono oggi che, per la gran parte della loro vita (si è calcolato che in Usa l’automobilista guida mediamente per 46 minuti al giorno) sono ferme tanto che qualcuno inizia a battezzare le automobili con il nomignoli di ‘autoferme’, non più ‘driving device’ ma ‘parking device’ e a pensarci bene quasi quasi un’auto oggi inquina di più, in termini di spazio ambientale occupato, quando è ferma che quando cammina. Certo il processo di adozione dei veicoli autonomi non sarà immediato e richiede ancora alcuni elementi da perfezionare come per esempio la gestione della privacy ma, sempre secondo il World Economic Forum, è questo il futuro che ci aspetta, secondo questo articolo si analizza anche il processo di ownership delle auto a guida autonoma che dapprima saranno di proprietà dei singoli utenti come oggi avviene con le auto a guida umana, poi saranno gestite con modelli di multiproprietà e infine si arriverà alla self ownership dei singoli veicoli. I veicoli a guida autonoma, elettrici e quindi a bassa necessità di manutenzione oltre che a basso impatto ambientale, saranno la svolta che modificherà profondamente la mobilità di ognino di noi e avrà impatto sostanziale non solo sull’industria dell’automobile ma su tantissimi altri settori: dalle assicurazioni, all’edilizia, dalla ristorazione alla sanità, dai trasporti pubblici ai media come descrive in modo puntuale un’analisi condotta di CBInsights. @emilabirascid

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