La startup è globale, by definition (Gualandri)

pablo-13   La startup è globale, by definition, cioè deve nascere (tranne che in casi eccezionali) pensando alla scalabilità sui mercati internazionali. Il concetto di scalabilità è quello sul quale anche la definizione di startup di Steve Blank (la migliore in circolazione) incardina quanto differenzia la startup da una impresa “normale”.   Ne parla, nel video, anche l’imprenditore seriale Carlo Gualandri, già co-fondatore di Matrix (società che ha lanciato il portale Virgilio) e di Gioco Digitale (venduta a Bwin), vive a Londra e si è rimesso a fare lo startupper fondando Soldo, una startup fintech che ha lanciato il primo conto multi-spese in Europa. Intervistato da EconomyUp, Gualandri parla della sua nuova impresa, ma sopratutto presenta diverse considerazioni e spunti di riflessione sul “fare startup”, sui limiti dell’ecosistema italiano, sul significato della scalabilità. “La startup ha normalmente l’ambizione di avere un mercato globale, questo è ciò che rende le startup potenzialmente interessanti e che giustifica il rischio molto alto degli investimenti in questo tipo di azienda – dice Gualandri – E’ abbastanza irrilevante dove una startup si trova, conta quello che fa”. Secondo Gualandri, il vero problema delle startup in Italia è pensare in piccolo, soffrire un po’ di nanismo, e questo incide anche sulla possibilità di essere attraenti per il venture capital internazionale, che va sempre dove ci sono opportunità ovunque esse si trovino, purchè si tratti di business scalabili. “Il rischio del venture capital è così alto che se non è compensato almeno dal sogno di poter costruire aziende che hanno risultati molto grandi, non si giustifica nemmeno aritmeticamente”.      

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