Fare startup, quando comincia da un problema

A fare startup si comincia spesso da una sfiga. Nello storytelling delle startup, l’idea del progetto nasce quasi sempre da un bisogno personale del suo fondatore che genera l’illuminazione su un prodotto o servizio che potrebbe rispondere a tale esigenza. In alcuni casi, è proprio un evento sfortunato a far scattare la molla. E’ il caso della startup Iooota,  la cui idea è nata a seguito di un allagamento nell’appartamento del suo fondatore Luca degli Esposti, emiliano, esperto di comunicazione web, grafica e user experience, che ha cominciato a fare startup proprio cercando una soluzione IoT per rendere le abitazioni più intelligenti, gestirle in modo più facile e prevenire problemi come quello capitato a lui. Nasce il primo prodotto, Jarvis un “robottino” intelligente per la casa e l’ufficio, fa sì che l’utente possa gestire e controllare in modo davvero semplice, diretto e ovunque si trovi (dal letto così come dall’altra parte del mondo), parametri importanti come il risparmio energetico, il controllo dei consumi, la sicurezza dei propri spazi e quella delle persone care. Riesce a intervenire in tempo reale in situazioni che, per fretta o distrazione, possono capitare. O fare cose molto più semplici, come regolare l’intensità dell’illuminazione, il comfort, l’accensione e lo spegnimento di dispositivi elettronici, persino in maniera automatica.  Jarvis è dunque una piattaforma che collega e gestisce tutti gli oggetti connessi in casa e in ufficio, dagli elettrodomestici ai contatori, anche se di marche diverse. Con questo dispositivo, che dallo scorso novembre è stato testato con circa 200 kit nell’ambito di un esperimento pilota, l’utente può controllare da qualunque posto diversi parametri dell’abitazione: il risparmio energetico, i consumi, la sicurezza delle persone e degli spazi. La società, lo scorso luglio, è stata una delle vincitrici dei Digital360 Awards, in cui ha trionfato nella categoria dei progetti digitali per le assicurazioni.

  “Avevo avuto spesso a che fare con strumenti online e mobile che monitoravano il modo in cui gli utenti utilizzavano determinati prodotti”,  racconta a EconomyUp Degli Esposti. “Quindi mi sono chiesto: e se si facesse un sistema che analizza il modo in cui le persone utilizzano prodotti e servizi all’interno di una casa e poi rivende i dati alle aziende interessate?”. “Oltre a essere un dispositivo che integra le funzioni di domotica tradizionale – per esempio, se esco di casa e mi sono dimenticato le luci accese, posso entrare nel pannello e spegnerle a distanza – Jarvis agisce anche direttamente intervendo in situazioni che possono accadere per distrazione o fretta”, spiega il ceo di Iooota. “In questo caso, spegnerebbe le luci rimaste accese e invierebbe una notifica all’utente con l’operazione fatta. Con questo sistema, si chatta in tempo reale con la propria abitazione e si possono ricevere dei feedback”.  

Iooota, i risultati fino a oggi

La startup è attualmente una Paas (Platform as a service)  IoT che si indirizza a clientela priva e business. Oltre a quanto già detto sopra circa il monitoraggio della propria casa, Jarvis offre altri vantaggi per il privato. “Jarvis, in ambito domestico, può essere utile anche nel caso di persone anziane che vivono sole, lontane dai familiari, o per quelle abitazioni in cui sono presenti bimbi piccoli — sottolinea Luca Degli Esposti, in un post su Medium — Alla persona cara può essere fatto indossare un semplice braccialetto. Se dovesse sbattere a terra per un’ eventuale caduta di chi lo indossa, urtare un elemento o avvicinarsi ad un punto considerato come pericoloso, l’allarme potrebbe essere inviato in tempo reale ai parenti. ”. Ma un altro asset importante è quello che la startup gioca sul fronte B2B. Iooota piace alle aziende anche perchè registra tutti i dati aggregati degli utenti: consumi, abitudini, profili particolari, e così, senza violare alcuna norma di privacy, le aziende di multiutility, tlc, assicurazioni o altri settori, servendosi di queste informazioni possono profilare meglio i propri clienti e proporre soluzioni personalizzate e più efficaci” In un anno e mezzo Ioota ha messo in piedi il team – la startup ha sette componenti, di età compresa tra i 30 e i 37 anni – e ha ottenuto un seed di 450mila euro da parte di due grandi gruppi industriali italiani. I nomi delle imprese finanziatrici non sono noti, ma – fanno sapere dalla startup – si tratta di una attiva nel settore tlc con 200 dipendenti e 50 milioni di euro di fatturato nel 2014 e un’altra che si occupa di business intelligence, ha 500 dipendenti e 58 milioni di giro d’affari nel 2015.   fare startup, iooota    

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