Fare startup con la pizzeria? Si può
Si può con una pizzeria a impatto zero che segue precisi standard nei propri processi e che ambisce a diventare Benefit Corporation.
C’era una volta una battuta che recitava : “macché startup, aprite una pizzeria” (qualcuno ricorderà il noto intervento di Flavio Briatore alla Università Bocconi di due anni fa in cui invitava gli studenti a non farsi infinocchiare dalle startup, ma aprire appunto una pizzeria).
C’era una volta perché startup e pizzeria possono andare a braccetto e fondersi in un progetto d’impresa come quello che ha realizzato Alessandro Castrucci a Milano e che ha battezzato Thursday Pizza .
Alessandro è un ingegnere ma ha deciso di rinnovare il modo in cui si prepara, si consuma e di acquista la pizza. Il primo passo Alessandro lo ha fatto aprendo un piccolo ristorante in una piccolissima via di Milano, una di quelle vie che anche i milanesi più preparati difficilmente conoscono, una via che non è di passaggio, che non sta al centro di una delle zone della nightlife, anche se è in una zona dinamica della città, via delle Foppette, al numero 2 (prendetevi il tempo per andare a vedere su Google maps).
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Nella pizzeria di Alessandro succedono cose uniche: si utilizza solo energia proveniente da fonti rinnovabili (grazie a Consortium Energia) e tutti i macchinari sono elettrici al fine di produrre zero Co2.  Si usano farine integrali di tipo 1 e biologiche macinate a pietra e lievitate per 48 ore, si utilizzano solo prodotti italiani, freschi e Dop per tutti le varianti di pizza. Si consegnano le pizze usando esclusivamente scooter elettrici e non oltre una distanza percorribile in 10 minuti al massimo, altrimenti la pizza si raffredda benché venga consegnata usando una confezione speciale e brevettata che grazie all’interno di alluminio consente di mantenere la fragranza al meglio e non si rischia che la mozzarella si attacchi al coperchio.
E per ogni pizza ordinata Alessandro destina una parte del ricavato per piantare un albero (con il progetto Eden Reforestation Project).
“Siamo partiti ad aprile di quest’anno, quindi abbiamo appena aperto, i clienti possono venire a gustare la pizza qui da noi dove ci sono 20 posti a sedere, possono venire a prenderla e portarla a casa oppure possono ordinarla usando il nostro sito web”, spiega il fondatore di Thursday Pizza che essendo un ingegnere il sito lo ha fatto a modo suo : “abbiamo sviluppato un sito che non solo ci consente di gestire le vendite e di rendere efficace e veloce l’operazione per i clienti, ma ci consente anche di gestire il magazzino delle materie prime in modo da permetterci di tenere sotto controllo tutta la filiera in ogni momento e con precisione”.

 

Il business è appena partito e quindi i numeri sono ancora iniziali ma in questo primo mese circa di attività le cose sono andate piuttosto bene per Alessandro che ha investito circa 100mila euro per dare il via all’attività che nei piani del fondatore si espanderà sia su Milano per coprire più zone mantenendo elevata la qualità del prodotto, sia, in prospettiva, con il modello del franchising. Inoltre Alessandro sta anche progettando di fare di Thursday Pizza una Benefit Corporation.
Non resta quindi che andare in via delle Foppette e assaggiare ‘la pizza del giovedì’ che si chiama così perché: “con i miei amici ordinavamo sempre la pizza di mercoledì e spesso risentivamo il giorno dopo della scarsa qualità, il soprannominato ‘effetto giovedì’…così ho deciso di creare una pizza che si ricordi per il gusto e non per l’effetto del giorno dopo!”.

The Thursday Process

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