Volo-in-ritardo, the startup that helps passengers to get money back from airlines companies

 

 

 

Tempo di vacanze, di viaggi e di aerei.

E ritardi, overbooking, cancellazione dei voli sempre in agguato, pronti a farci perdere coincidenze, ore di relax e divertimento, appuntamenti, e persino a farci sentire impotenti. Probabilmente perchè conosciamo poco i nostri diritti.

 

Cosa di cui c’è chi approfitta,  che si tratti di compagnie di bandiera o low-cost, il risarcimento del passeggero anche nei casi regolamentari, sembra essere gestito da tutti nello stesso modo, vale a dire evitando appunto il risarcimento stesso.

Nonostante solo il 7% dei passeggeri sia consapevole dei propri diritti, che ancor meno si attivino e riescano a ottenere un risarcimento, ci sono circa 1,5 miliardi solo in Europa che vengono effettivamente riscossi tramite reclamo ogni anno. Questo per dare una misura di quanto ci sarebbe ancora da reclamare se tutti conoscessero i propri diritti e se il processo per ottenerlo fosse più semplice.

Dalla parte del viaggiatore c’è ora Volo-in-ritardo.it, un’iniziativa imprenditoriale lanciata da tre giovani entusiasti olandesi e che da alcuni mesi ha fatto la sua apparizione in ben otto Paesi europei, tra cui l’Italia.

L’idea è nata abbastanza casualmente, come racconta Tom van Bokhoven, uno dei tre founder.

Dovevo andare dalla Grecia ad Amsterdam e il mio aereo aveva un ritardo di 2 ore e 50 minuti. Così, mentre googlavo qua e là per passare il tempo, ho scoperto che per soli 10 minuti di differenza avevo perso 400 euro di rimborso. Un mese dopo, leggo su un quotidiano che esisteva effettivamente una “questione rimborsi aerei” e ho pensato: voglio fare qualcosa per questo problema! Due amici, Mario Wester e Bart de Jonge si sono uniti a me ed eccoci qui: nove persone in più nel team e siti localizzati per 8 Paesi europei“.

Così i tre founder cominciano a lavorare su questa idea un paio di anni fa, in un vecchio edificio scolastico della via “Elisabeth Wolffstraat” ad Amsterdam. Attraverso il primo sito GreenClaim hanno cominciato a verificare l’interesse dei potenziali utenti, il modello di business basato sul “pay what you want service”,  raccolto dati, messo a punto la strategia.

Durante l’anno scorso abbiamo inviato oltre a 2 mila reclami a oltre a cento compagnie aeree. È stato l’unico modo per capire il processo, analizzare le reazioni e automatizzare il sistema. Ogni campagnia aerea ha il suo proprio modo di reagire, però le motivazioni con cui respingono i reclami possono essere categorizzate facilmente” spiega Tom Van Bokhoven “Prima di far uscire il nuovo sistema, abbiamo cercato di raccogliere più dati possibile (abbiamo dati aerei di 16 mila aeroporti e mille compagnie) e cercato di automatizzare il più possibile, standardizzando anche ipotesi e reazioni. Così possiamo sfidare le compagnie aeree e anticiparle in modo più efficiente. Poi è anche possibile reagire facilmente alle grandi amministrazioni nei diversi Paesi“.

E il business?

“Il nostro attuale modello è molto semplice, offriamo due possibili metodi di fare reclamo con Volo-in-Ritardo. Paghi 16,50 euro se vuoi inviare da solo le lettere del reclamo. Ci occupiamo noi dell’inchiesta e prepariamo le lettere. Ti diamo anche dei consigli e con il login puoi seguire tutte le tappe atraverso un sistema di track&trace. Se ti vuoi liberare di ogni fastidio, paghi 24,50 euro e facciamo tutto noi. Se poi il reclamo va in porto, puoi a tua scelta, darci una percentuale del rimborso. Finora il sistema è andato bene.

Non abbiamo nessun investitore alle spalle: bootstrapping per l’avvio, con 18 mila euro in tre siamo partiti, poi abbiamo cercato di stare in piedi in base al flusso di cassa. A maggio, abbiamo chiesto un prestito a una banca che ci servirà per acquistare una delle cose più costose per noi: data feed!

Siete cresciuti, avete lanciato in diversi Paesi come l’Italia da alcuni mesi, come riuscite a mandare avanti le cose?

“In Olanda e Gran Bretagna dove siamo partiti prima, le cose vanno molto bene e ci permettono di investire negli altri Paesi, dove è prima di tutto necessario far sapere alle persone che hanno il diritto tutelato dalle leggi di ottenere un rimborso o risarcimento in determinate condizioni, e che noi possiamo aiutarli in alcuni semplici passaggi”.

Prossime milestone?

Stiamo pensando a un ulteriore ampliamento in altri Paesi europei. Poi punteremo a conquistare il mercato statunitense“.

 

 

(i dati citati in questo articolo sono stai forniti da Volo-in-ritardo.it)

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