I Giganti del web vs le Startup. Perché lasciare un po’ di spazio.

Privy Files è una startup sarda che propone un sistema per custodire digitalmente in modo sicuro e con particolari tipi di tutele, i propri documenti e files. Sostituisce la cassaforte, ma anche avvocati, notai, commercialisti, cassette di sicurezza bancarie presso le quali a volte le persone depositano e custodiscono documenti privatissimi.

Privy Files è la prima piattaforma ufficiale per testamenti digitali a norma di legge e si propone quale valido aiuto per le donne vittime di violenza.

In realtà, Privy Files sembra aver pensato a tutto, realizzando 8 diverse cassette di sicurezza virtuali, in grado di tutelare i nostri pensieri più intimi, così come i nostri movimenti finanziari, tutti gli account internet, testamenti video, morali, olografi. Il tutto assicurato da un timer che si mantiene attivo con il semplice accesso dell’utente al sito, mentre in caso contrario scattano conseguenze differenti, per esempio la cassetta “Solo per me” si autodistrugge allo scadere del timer, il testamento morale viene inviato a un notaio, il diario personale dell’offerta “Privy per lei” può, se ricorrono i presupposti, essere messo a disposizione della Magistratura qualora la persona risultasse scomparsa o morta in circostanze dubbie.

Se per tutte le startup c’è sempre da fare i conti con la mancanza di “autorevolezza” poichè non hanno ancora uno storico di risultati che dimostri qualcosa, certamente per Privy Files la vita è ancora più dura.

Daniela Melis, responsabile comunicazione di Privy Files, pubblica in Startupbusiness blog questo e post e noi lo abbiamo promosso pubblico perchè porta a una interessante riflessione.

Se a farlo è Google, è una gran innovazione. Se a farlo son due imprenditori sconosciuti che hanno avuto la forza di realizzare un sogno, è solo una buffonata e una presa in giro.

Ecco com’è che va il mondo. Qualche giorno fa i principali giornali italiani hanno dato notizia dell’ultima trovata di Google: un sistema di destinazione dei propri servizi dopo la morte.

Alcuni mesi fa, Privy Files, la startup italiana con la quale collaboro, ha avuto e realizzato un’idea molto simile, ma com’è difficile comunicare e diffondere la sua “innovazione”! Quanta diffidenza e arriciate di naso!

 

Privy Files nasce dall’idea di due imprenditori in erba, i quali hanno avuto il coraggio di mettere in pratica la loro intuizione nonostante il sovrastare della crisi. Oltre che voler garantire alcuni servizi gratuiti, il più importante dei quali sfocia nel sociale e intende aiutare le donne vittime di violenza, il sistema pensato dalla Rodi Srl offre alcune prestazioni a pagamento. In particolare questo riguarda la sezione dedicata ai testamenti e una per file particolarmente segreti. Tuttavia, tra le prime sono comprese alcune di quelle funzioni, che hanno destato tanto scalpore e reazioni positive in quanto ideate da Google. Infatti, Privy Files contiene, all’interno della sua cassaforte, una cassetta di sicurezza per inserire i dati riguardanti i propri account, offrendo l’opzione di cancellarli dopo la morte dell’utente o di destinarli a una persona in particolare. Ancora, la cassetta temporizzata permette di lasciare messaggi ad amici e parenti o di soddisfare particolari richieste post mortem.

 

Nessuna nota negativa su Google: l’azienda globale da lustro e nuove funzionalità agli ottimi servizi che offre già da tempo (Picasa, Google Drive, Gmail, ecc.). In fondo, niente da dire nemmeno sugli utenti del web: si sentono sicuramente più sicuri a destinare la propria casella e-mail e simili al gestore al quale si erano già affidati in vita piuttosto che a un servizio esterno, magari valutabile anche come semplicistico nel campo in questione. Tuttavia, Privy Files si basa su un sistema per certi versi più preciso: quello del timer. Questo, se gestito correttamente, non crea ansie e da la certezza della morte o scomparsa dell’utente, in quanto scade solo se non si entra sul sito a regolarlo.

Una startup italiana che ha esordito sul web poco meno di quattro mesi fa non può certo pretendere di avere l’autorevolezza di Google, né tantomeno di far parlare di sé senza alcuno sforzo. Il punto però è un altro: perché in un mondo che corre così veloce la novità fa tanta paura? Il campo della tecnologia e di internet non è quello della politica, storicamente più datato, lento e stantio. No. L’universo del web dovrebbe essere il più aperto alle invenzioni e alle idee inedite, a prescindere da chi e dove esse provengano. Se anche questo terreno viene lasciato in mano ai “Giganti” del web, difficilmente i “Piccoli” che cercano di affacciarsi a esso si sentiranno stimolati a rischiare, a osare, addirittura, a pensare al nuovo.

Bisogna che un po’ di terra non venga coltivata affinché resti fertile e aperta a nuovi raccolti.

 

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