Marte5, la startup che aumenta la carta

L’editoria tradizionale, vale a dire la carta stampata, è nel caos da quando sono arrivati internet e tutta una serie di sistemi per la distribuzione di contenuti basati sulla rete: blog, portali, canali social, piattaforme multimediali, siti di notizie online, app e così via. Tutto il business dei media tradizionali ha subito un forte impatto e da anni cerca di escogitare nuove formule per non perdere ulteriore terreno. Con pochi successi a dire il vero. 

 

Benchè a molti piaccia sfogliare un quotidiano, la sensazione tattile della carta, il suo odore; o, nel caso di molti mensili per esempio, sia proprio una scelta creativa e artistica lo stesso supporto cartaceo, non c’è dubbio che sul piano della fruizione del contenuto, la carta stampata difficilmente può reggere il confronto con il web.

Tra i valori aggiunti legati alla fruizione di notizie online ci sono la tempestività e viralità con cui i contenuti possono girare in rete, le possibilità di sharing, ma sopratutto le possibilità di approfondimento cui l’utente è abilitato attraverso differenti modalità: una news non è semplicemente una news ma una porta che apre un universo di link, video, immagini, siti, podcast, possibilità di commento e interazione. La news online, il contenuto che da essa trae spunto, si arricchisce cammin facendo e finisce dove l’utente sceglie di mettere il punto. 

La fruizione della carta stampata è invece statica, passiva: l’articolo è lì, scritto a volte bene a volte male, siamo d’accordo o non siamo d’accordo, ci interessa poco o tanto, il contenuto dell’informazione non cambia.

Su questo aspetto, cioè sulla possibilità di arricchire i contenuti della carta stampata con contenuti digitali ci si sta lavorando da un pò, e proprio grazie alle stesse tecnologie che ne minano l’esistenza si troverà forse un nuovo modo di fruire un giornale di carta. 

Le tecnologie con le quali ci si prova sono il Qrcode che ovunque stampato se inquadrati con la fotocamera del cellulare (dotata di lettore Qrcode) ci rimbalza su nuovi contenuti online, e più recentemente la realtà aumentata.

Giornale pioniere in Italia nell’uso della realtà aumentata è dallo scorso marzo il quotidiano La Stampa, tra i più attenti nel nostro Paese alle innovazioni tecnologiche e alla loro adozione.

 

 

Nei giorni scorsi invece è partita la sperimentazione de “Il Tirreno”, prima testata italiana locale a farlo, che ha scelto come partner una bellissima startup che si chiama Marte5  di cui avevamo parlato qui. Marte5 sviluppa progetti con tecnologie di augmented reality, interessandosi in particolare del mondo b2b. 

 

 

Dallo scorso sabato e in via sperimentale il quotidiano regionale Il Tirreno utilizza la realtà aumentata per offrire nuovi contenuti ai propri lettori, attraverso  l’app gratuita di Marte5, così inquadrando le immagini correlate ad alcuni articoli, sarà possibile accedere ad animazioni, video, collegamenti web e quant’altro, per una lettura del tutto innovativa.

Abbiamo parlato con Antonio Laudazi, co-founder, creative & concept developer di Marte5 che ci ha raccontato come funziona la soluzione che stanno sperimentando con Il Tirreno.

Cosa significa aumentare la carta?

“Aumentare la carta” significa portare le possibilità del web e della multimedialità direttamente sull’oggetto fisico, senza modificarlo con QR Code o Marker, senza intaccarne la natura tattile, ma anzi aggiungendo funzioni e quindi valore, preservandolo dall’avvento del digitale e ampliandone spazio e possibilità.

Come funziona esattamente la vostra soluzione? 

L’app che si utilizza è la nostra app (gratuita) Marte5 che mettiamo a disposizione per alcuni servizi (come ad esempio le t-shirt animate di Zero°Design), quando non ci sia da parte del cliente la necessità di realizzare una propria branded app, o per un periodo iniziale di prova (come nel caso del Tirreno). La tecnologia funziona mediante riconoscimento di immagine, ma a differenza del QrCode, il contenuto digitale può essere perfettamente integrato con l’oggetto reale (oltre a non imporre di “invadere” o ristampare le grafiche). Attraverso questa app, inquadrando una foto, una pagina, una sezione o un’inserzione pubblicitaria sulle pagine del quotidiano, il lettore ha accesso a una serie di contenuti multimediali e interattivi: video, foto, approfondimenti, link web eccetera, direttamente integrati con l’oggetto fisico. Nel numero di lancio abbiamo animato due fotografie del cantautore Bobo Rondelli (nella foto qui sotto, scaricate l’app e provate a inquadrarlo), che in occasione dell’uscita del suo ultimo album, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai lettori del Tirreno. Stessa cosa con una clip di un suo concerto, o con una cronistoria del Tirreno, che appariva inquadrando l’immagine del primo numero del 1877, risalendo le copertine storiche fino ad oggi.

Dopo ogni animazione abbiamo inoltre predisposto un menu interattivo tramite il quale scegliere tra diversi contenuti: foto, video, link web e social. Abbiamo inoltre la possibilità di monitorare la quantità di accessi ai contenuti web, il che può rivelarsi determinante per calcolare un rientro effettivo in termini di marketing e interazione, specialmente nel caso in cui dovessimo lavorare con inserzionisti pubblicitari.

La realtà aumentata può aiutare la carta stampata?

Penso che la realtà aumentata sia un modo per stare al passo con le possibilità del digitale, preservando però l’oggetto fisico e la sua natura tattile, l’odore di carta la mattina, misto a quello del caffè; la gestualità rituale che sta nello sfogliare le pagine scorrendo con lo sguardo tra titoli e occhielli e che fa inevitabilmente parte della nostra cultura. Un’approccio alla tecnologia più “caldo” di quanto non siano le versioni interamente digitali di riviste e quotidiani.

Più in generale come vanno le cose per Marte5?

In generale stiamo avendo degli ottimi contatti, e a giugno pubblicheremo un’app turistica per la valorizzazione del territorio di San Miniato (PI), con un percorso specifico delle cantine dei produttori di vino, e dove la realtà aumentata serve a creare connessioni tra le tipicità enogastronomiche e il patrimonio storico-artistico-culturale del territorio.
Altre cose sono in attesa di conferma, e se non fossimo in un paese disastrato e senza futuro ti direi che i presupposti sono molto buoni, ma con i tempi che corrono, con tutto l’ottimismo possibile, anche essere ancora qui non è male!

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