Movym, la startup che rivoluziona il product placement

Movym è una startup che ha sviluppato una tecnologia proprietaria di Automatic Content Recognition per operare nel mercato del second screen in due modi. Principalmente in via diretta, cioè tramite la Movym App che permettere di riconoscere i brand nelle trasmissioni Tv, rendendo di fatto il product placement interattivo. Tale soluzione è supportata tecnologicamente da una piattaforma dedicata anch’essa sviluppata Movym.

Una seconda linea di business è di concedere la tecnologia in licenza ad altre aziende.

Movym è arrivata in finale lo scorso anno al Premio Gaetano Marzotto, ed è una delle sette startup italiane che sono arrivate in semifinale al Pioneers Festival di Vienna che si terrà a fine ottobre.

Abbiamo rivolto a Elio di Fiore, uno dei founder, alcune domande.

Prima di tutto, come sei arrivato a fare quello che fai e com’è nata Movym?

Sono sempre stato appassionato di nuove tecnologie, mi ritengo creativo e riesco a focalizzare i miei interessi.Ma la mia vita da startupper è cominciata tra i banchi del MIP Politecnico di Milano, durante il Master in Business Administration e la specializzazione in Entrepreneurship & Innovation.

Abbiamo costituito un team con l’obiettivo di studiare un Business Plan e la promessa che se fosse risultato sostenibile l’avremmo attuato. Così è stato, ed è nata Movym, che abbiamo fondato nel 2012.

Qual è l’anima del vostro progetto?
Ció che rende unico il nostro progetto è che nasce direttamente da un insight diffuso che è la voglia di acquistare ció che guardiamo in tv.
Movym offre un’esperienza di shopping evoluta che dà visibilità anche a brand poco conosciuti.
Grazie alla nostra soluzione, tutto diventa “cliccabile“, anche gli oggetti sullo sfondo di una trasmissione in tv.

E’ stato più difficile mettere insieme il team o fare il business plan?
Il Business Plan è stato sicuramente più difficile. Il team invece è nato naturalmente in un contesto specifico quale lo studio durante l’MBA.

Come sta andando con Movym? A che punto siete?

Siamo abbastanza contenti di come stanno andando le cose, Movym si sta affermando sul mercato italiano come l’app del second screen e a breve lanceremo la nostra App su due progetti molto importanti. 

In quanti ci lavorate?

Attualmente in Movym lavoriamo in 3 dei 5 co-fondatori iniziali ma abbiamo anche un team esterno che si occupa dell’amministrazione ed un altro di Ricerca e Sviluppo.

Cercate maggiormente investitori o partner/clienti?

Ci troviamo in una fase in cui stiamo spingendo molto le vendite e, in parallelo, cerchiamo finanziatori per velocizzare il nostro processo di crescita.

Tornando a te, in attesa del grande successo, come ti sei organizzato la vita? Vivi da solo, con amici/partner/famiglia, come fai con i soldi, chi ti aiuta, hai un altro lavoro?
Nel mio caso, fondare una startup non è stata una decisione improvvisata, era un obiettivo chiaro che ho pianificato qualche anno fa e quindi oggi, la mia vita non è cambiata di molto. 

C’è una persona, libro, film, canzone, artista che ti ha ispirato nella vita?
Tanti libri e film, ma mi piace ricordare Muhammad Alí
che è un esempio di forza di volontà, coraggio e determinazione ed è stato descritto nel migliore dei modi dal regista Michael Mann nell’omonimo film.

Come startupper/imprenditore, il tuo più grande problema è fuori di te o dentro di te? (in sostanza, per aver riuscire, conta di più il carattere o un ambiente favorevole?)
Il problema più grande è sempre dentro di noi.

Ognuno di noi inconsciamente si pone dei limiti in tutti i campi e purtroppo anch’io non faccio eccezione. Bisognerebbe cercare le cause dei problemi sempre al proprio interno e non dare mai la colpa all’esterno.

(il team Movym in occasione del Premio Marzotto 2012)

 

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