Mattia Corbetta, siamo sulla strada giusta
 
 
Mattia Corbetta della segreteria tecnica del Ministro dello Sviluppo offre il suo punto di vista in relazione ai temi espressi nell’articolo sui granelli di sabbia e le startup
 

“Condivido gran parte di quello che hai scritto – mi dice – , specie l’appello al mettere fine agli inutili battibecchi Milano ‘contro’ Roma e viceversa. Credo però non sia stato sottolineato abbastanza il seguente concetto, che reputo fondamentale: è ancora ampiamente insufficiente la consapevolezza nell’opinione pubblica sul ruolo strategico che l’innovazione (il cui veicolo principe è rappresentato dalle nuove imprese innovative, le startup) può assumere nel processo di sviluppo e di creazione di lavoro. Tale consapevolezza va alimentata sfruttando i due strumenti più capillari e potenti che abbiamo a disposizione: scuola e televisione”.

  

Il ruolo della scuola è fondamentale, è emerso anche durante i lavori della giornata sugli Stati generali dell’ecosistema italiano delle startup, e vale sia come veicolo per la diffusione della consapevolezza e delle informazioni sia come strumento per accrescere la cultura della nuova imprenditoria.
“Ci parliamo troppo spesso addosso – aggiunge Corbetta -, senza farci ascoltare dai non addetti; non stiamo ancora riuscendo a trasmettere i nostri messaggi a un numero consistente di persone. In particolare, la policy del MiSE a sostegno delle startup innovative è un mistero ancora per molti. Anche per coloro che ricoprono funzioni di responsabilità e potrebbero alimentare il matching con le imprese tradizionali – l’evento di ieri ne è stata la dimostrazione”.
 
E qui Mattia Corbetta snocciola le informazioni che rappresentano l’elemento di base di tutto il lavoro fatto fino a ora e gli strumenti sui quali fare leva: “bisogna che ci aiutate a divulgare il più possibile questo e a rendere noto a tutti che ci sono circa 1.800 ragioni per essere ottimisti sulle potenzialità che la nostra economia porta in grembo per riprendere ad attestarsi sui livelli di competitività che da troppo tempo ha smarrito . Ai vostri amici stranieri fate leggere questo executive summary e queste slide , per diffondere l’immagine di un Italia rinnovata, capace di investire sulle proprie energie migliori!”.

“Quanto ai granelli di sabbia, lo scollamento con l’ecosistema non lo sento per niente: sappiamo che al MiSE abbiamo fatto moltissimo, ma sappiamo anche che qualcosa potremmo ancora farla. Intanto, però, da parte vostra, aiutateci a creare consapevolezza. Noi ci impegniamo a migliorare l’offerta politica che abbiamo edificato a sostegno dell’ecosistema dell’innovazione: abbiamo in cantiere Italia Startup Visa, il decreto incentivi per investimenti in startup sta per essere pubblicato in Gazzetta. Sappiamo che c’è un’irragionevole moltitudine di oneri, bolli e adempimenti burocratici relativi alla gestione societaria che dovrebbero essere eliminati. E che gli startupper vorrebbero che fosse aggredito il tema dell’INPS. Non abbiamo la bacchetta magica, e in alcuni casi si tratta di combattere contro interessi corporativi, ma ci arriviamo! La dozzina di decreti attuativi, regolamenti e altre misure operative portati alla luce in un anno dimostrano che quando ci prendiamo un impegno lo portiamo a termine”.
 

E aggiunge: “le norme sono state tarate male? Secondo me no: se solo 50 startup hanno usufruito del Fondo di Garanzia per le PMI che copre l’80% del prestito bancario (agevolazionepazzesca), per esempio, in parte è perché manca consapevolezza sullo strumento tra le banche e gli startupper stessi, in parte è perché le banche in questo momento storico sono comunque reticenti a prestare, anche a fronte di una corposa garanzia pubblica. Ma per l’accesso al credito non c’è solo la banca, ci sono anche i portali di equity crowdfunding – che abbiamo istituito e defiscalizzato – e gli investitori in private equity – che abbiamo incentivato con le detrazioni di cui sopra. Solo per offrirvi uno scorcio su come il set di norme abbia sposato un approccio olistico, di sistema. Ma questa è solo la mia opinione: vogliamo un riscontro oggettivo, basato su dati? Presto l’azione del comitato di monitoraggio e valutazione ci darà tutte le informazioni che cerchiamo! Studiatevi questo. La policy sulle startup è la prima ad aver pienamente introdotto in Italia il metodo dell’evaluation-based policy making”.

“La comunicazione e la conseguente acquisizione di consapevolezza da parte dell’opinione pubblica e degli stakeholder produrranno effetti sempre maggiori. Poi è necessario agire sull’istruzione, per iniziare a raccontare maggiormente il lavoro nelle scuole, alimentare la consapevolezza sul ruolo strategico che hanno le professioni digitali e incrementare il nostro bagaglio collettivo di imprenditorialità. Qui al MiSE dobbiamo e vogliamo continuare a lavorare per rendere la vita più facile agli startupper”, conclude Mattia Corbetta.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Iscriviti alla newsletter