Cinque libri per chi l’innovazione la mette in pratica

Anche quest’anno ci siamo lasciati Ferragosto alle spalle. Molti sono partiti, tanti sono rientrati, alcuni hanno deciso di rimanere a casa. Per tutti quanti, giusto prima di riprendere al 100% a lavorare, ecco alcuni saggi da leggere sotto l’ombrellone – per un momento serietà tra partite a beach volley, spritz e mare – o a casa, comodi sul divano. Li trovate tutti rigorosamente in ebook sui principali store (Kindle, iTunes e altri). I prezzi sono indicativi. Cominciamo:

1) Risk Savvy: How to Make Good Decisions di Gerd Gigerenzer (18 euro)

Potrebbe essere intitolato «la rivincita dell’euristica». Un gran bel libro che va controcorrente, analizzando a fondo i concetti di rischio e incertezza e rendendoli accessibili al grande pubblico. Perché è utile per uno startupper: perché dimostra che non sempre una data-oriented company/ governance culture ha successo, e che la leadership nell’impresa – così come le scelte per il portafoglio d’investimento – passano anche attraverso decisioni prese di pancia. Testo in inglese.

2) Lo Stato Innovatore di Mariana Mazzucato (11 euro)

Lo Stato può essere un attore utile, se non indispensabile, nel processo di produzione e concretizzazione di idee innovative che arrivino al mass market. Questa la tesi del lavoro molto discusso della professoressa Mazzucato, che prende ad esempio proprio la Silicon Valley per dare corpo alla propria argomentazione. Perché è utile per uno startupper: perché è nel solco dell’eterno dilemma: più libero mercato o più politica industriale per una nazione? E per l’Italia? Testo tradotto in Italiano.

3) The Fourth Revolution di Luciano Floridi (10 euro) (Da non confondere con Fourth Revolution dei due giornalisti dell’Economist).

Floridi, professore italiano a Oxford di Filosofia dell’Informazione, è anche membro dell’advisory team di Google che assiste Big G nel decidere se accogliere o meno le richieste di diritto all’oblio provenienti dai cittadini europei. Il suo ultimo libro è un’introduzione completa per chi approccia per la prima volta la materia. Perché è utile per uno startupper: perché si interroga a tutto campo sugli effetti dell’«info-sfera» sull’umanità, e di conseguenza, sulle abitudini dei consumatori finali. Testo in inglese.

4) Un futuro a colori di Irene Tinagli (12 euro)

Il nuovo libro dell’On. Tinagli – già economista di scuola bocconiana e ricercatrice alla Carnegie Mellon University – è un lavoro scorrevole e leggero, il cui motto è «if education is expensive, try ignorance». Tutto il testo ruota attorno all’importanza dell’internazionalizzazione e dell’investimento scolastico per aumentare le proprie prospettive lavorative. Perché è utile per uno startupper: perché aiuta a capire che il provincialismo è fuori tempo massimo, e che diventare dei college dropout non è sempre la scelta migliore.

5) Ho studiato Economia e me ne pento di Florence Noiville (9 euro)

Presenta uno spaccato del mondo dell’istruzione di alto livello, e in particolare della cultura delle business school internazionali. Va letto sia siate/siate stati studenti di economia sia che non lo siate/siate stati. Nel primo caso per riconoscervi nelle descrizioni del libro, deprimendovi. Nel secondo per prendere in giro i primi – mentre vi deprimete ancor di più per il loro stipendio più alto e la loro facilità nel trovare impiego ovunque (non vale solo per gli ingegneri). Testo tradotto in italiano.

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