Provate a immaginare una piattaforma social network libera da contenuti tossici, da algoritmi divisivi, da pubblicità intrusiva, da impunità per comportamenti negativi. Provate a immaginarla come se aveste nello stesso posto sia i contenuti video sia il sistema di messaggistica breve e istantaneo, dove gli introiti pubblicitari vanno per il 40% alla piattaforma, per il 50% nel wallet dei singoli utenti che scelgono, liberamente e autonomamente, di guardare le inserzioni promozionali, e per il restante a supporto di attività no profit e a sostegno di un fondo che serve per pagare i creatori di contenuti che scelgono di lavorare sulla piattaforma.
Immaginate un progetto in cui sono stati investiti negli anni circa 60 milioni di dollari, che si basa su una piattaforma studiata nei minimi dettagli per essere di facile utilizzo e sicura, che sfrutta l’intelligenza artificiale per rendere l’esperienza ancora più efficace, che è pensata per essere un media ecosystem e strumento a disposizione degli editori, compresi quelli più noti e autorevoli, che è multilingue. Immaginate tutto questo e ottenete WeAre8.
WeAre8 è frutto dell’idea e del lavoro di Zoe Kalar (nella foto) e del suo team che ora sta lavorando al suo perfezionamento e, benché la app sia già disponibile sugli store di Apple e Android, si prepara a un lancio internazionale in grande stile entro la prima metà del 2025.
“Vogliamo ridisegnare il concetto di ecosistema dei social media – spiega Kalar a Startupbusiness – e vogliamo farlo sapendo che il centro del tutto è l’utente che desidera un’esperienza del tutto nuova ove i contenuti sono di qualità, ove la pubblicità non è invasiva e ove si crea del valore per tutti, abbiamo per esempio inserito funzionalità come la possibilità di accedere direttamente al sito web del creatore di contenuti partendo dalla piattaforma al fine di rendere facile per gli utenti navigare dentro ma anche fuori la piattaforma stessa, e abbiamo progettato il sistema per non essere aggressivo o invasivo, non vogliamo che i nostri utenti siano spinti dall’eseguire scrolling infinito dei contenuti, desideriamo che WeAre8 sia uno strumenti di valore e che si inserisca nell’esperienza online di ognuno in modo integrato e intelligente”.
Kalar, australiana di Melbourne, vive a Londra ed è convinta che oggi l’Europa sia un mercato altamente interessante per il suo progetto: “Stiamo lavorando alla definizione delle unità locali, in Italia prevediamo di lanciare ufficialmente all’inizio del mese di maggio, e stiamo lavorando anche in Portogallo, Spagna, Francia, Germania, Finlandia per esempio. Negli ultimi nove anni abbiamo lavorato per sviluppare la piattaforma, il sistema di intelligenza artificiale, il modello di business, le relazioni con gli editori e i creatori di contenuti, siamo anche già online con circa duemila utenti perché è fondamentale che la gente utilizzi la piattaforma e condivida con noi osservazioni e suggerimenti, ora è il momento di fare il salto ulteriore verso la crescita”.
WeAre8, che è sponsor di maglia della squadra di calcio femminile Como Women (di cui abbiamo scritto qui), giunge in un momento particolare per il mondo online e le piattaforme social, un momento dove la polarizzazione geopolitica ha invaso le sfere di controllo delle piattaforme, un momento in cui l’intelligenza artificiale è usata anche per la creazione di fake news, un momento in cui sempre più spesso dalle piattaforme social riverberano quasi esclusivamente contenuti di bassissimo valore, contenuti che ormai vengono definiti come social trash, e chi costruisce una proposta di valore, interessante, formativa, argomentata, solida, credibile e reputazionalmente positiva, fa sempre più fatica a emergere proprio perché le dinamiche delle piattaforme social sono sempre più allineate con i contenuti meno costruttivi ma capaci di generare traffico immediato, di catturare l’attenzione che è essenziale per il modello di business che la gran parte delle piattaforme hanno.
Ora è il momento della nuova generazione delle piattaforme social che sono costruite su valori e modelli diversi e WeAre8 si propone come un vero game changer.
© RIPRODUZIONE RISERVATA