Ayki e Pyckd, le startup libanesi sostenute da WIP Pro Terra Sancta

Ayki e Pyckd sono due startup libanesi che recentemente, grazie al supporto del programma Work In Progress (WIP) che fa capo alla ONG Pro Terra Sancta, hanno avuto la possibilità di incontrare potenziali partner finanziari e industriali in Italia. Startupbusiness ha incontrato i due fondatori e CEO Ara Abadjan e George Daccache. 

Ayki ha realizzato un’app che consente di gestire in modo efficace e produttivo giardini e orti – dice Abadjan -, lavora con ogni tipo di pianta sia che si tratti di flora ornamentale sia che si tratti di ortaggi, quindi prodotti per l’alimentazione e con ogni tipo di microclima, quindi è utilizzabile da utenti che vivono in ogni zona del pianeta”. 

La startup che ha in programma di andare sul mercato nel 2025 partendo dal Libano e da altri 10 Paesi sta completando i test dell’applicazione che fornisce tempistiche e perfino previsioni relativamente alla produzione delle colture è al momento in fase di raccolta fondi puntando a un round early stage di almeno 400 mila dollari. “Stiamo anche sviluppando sensori che gli utenti possono acquistare e integrare nel loro spazio verde al fine di rendere il processo ancora più preciso e completo, presto sul sito saranno disponibili kit che verranno offerti a chi ha già la app a condizioni di acquisto che includono anche l’abbonamento al servizio”, conclude il fondatore.

Un po’ più avanti nello sviluppo è Pyckd che il suo fondatore descrive come una Etsy per il Medio Oriente: “La nostra piattaforma – dice – è a disposizione dei piccoli produttori e degli artigiani che intendono rendere disponibile la loro produzione ai mercati internazionali. Il nostro approccio è quello di curare con grande attenzione sia chi compra ma anche chi vende fornendo una piattaforma di facile utilizzo che integra tutte le funzionalità necessarie: vetrina, personalizzazioni, pagamenti, spedizioni”. 

Al momento il sito, che è operativo da circa un anno, conta circa 200 venditori che hanno sede soprattutto in Libano e negli Emirati Arabi e che propongono una gamma di circa 5mila prodotti: “fino a oggi abbiamo ricevuto circa mille ordini e abbiamo rilevato che il 47% degli utenti torna sulla piattaforma per comprare nuovamente entro tre mesi dal primo acquisto”. 

Anche Pyckd è in fase di raccolta fondi e cerca circa 700mila dollari per avere un margine operativo di almeno 24 mesi e continuare lo sviluppo sia della piattaforma tecnologica sia dei mercati: “la nostra missione è diventare una piattaforma regionale, oggi il 60% dei clienti ha base negli Emirati Arabi ma abbiamo già definito le azioni per espanderci”. 

I prodotti artigianali e le piccole imprese locali rappresentano un business da 15 miliardi di dollari nella regione MENA (Middle east and north Africa). Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti ed Egitto sono i tre mercati più grandi. Con il commercio elettronico in generale in crescita a livello globale, si prevede che l’area MENA e il CCG (Gulf cooperation council che comprende Arabia Saudita, Emirati Arabi, Oman, Bahrain, Qatar, Kuwait) cresceranno rispettivamente del 64% e del 47% entro il 2027. Con appunto Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti come i due mercati più grandi in termini di fatturato.

“Oggi la nostra principale fonte di guadagno è rappresentata dalle commissioni basate sulle transazioni, addebitiamo commissioni del 20% o del 30% a seconda del livello di servizio che il venditore ci richiede. In futuro rivaluteremo il modello di business e gli schemi di commissione, esploreremo potenziali centri di adempimento per rendere più rapide le consegne, ma anche per espandere i flussi di entrate con la pubblicità in loco, i popup stagionali nei centri commerciali, implementare le tariffe di inserzione e i servizi in abbonamento, esplorare la possibilità di licenziare o di vendere il nostro Saas ad altre aziende e fare leva sul valore dei dati che, in modo aggregato, possono diventare un asset”, conclude Daccache (nella foto).

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