Palermo, startup, competition, il mondo guarda al Mediterraneo

‘Palermondo’, se volessimo coniare una nuova parola per definire l’insieme di contenuti, emozioni, dialoghi, condivisioni avvenuti in occasione della Mediterranean Startup World Cup, sarebbe proprio ‘Palermondo’, ove Palermo è la piattaforma di contesto, la città al centro del Mediterraneo sempre più dinamica, sempre più internazionale, con un centro storico che pulsa di vita mettendosi in mostra come una dama dal fascino sofisticato, e con lo sviluppo dei nuovi progetti, come il Molo Trapezoidale, che portano nuova linfa vitale a zone della città un tempo trascurate e come anche il terminal crociere che ha ospitato l’evento, edificio teso al mare a sottolineare la diretta connessione tra quanto la Startup World Cup fa e la sua specificità dell’essere il capitolo mediterraneo della competizione globale che porta il vincitore a conquistare un premio da un milione di dollari. E dove il mondo è l’entusiasmo con cui relatori, startup, partecipanti provenienti da decine di Paesi hanno portato il loro sapere, le loro esperienze, i loro successi e la loro visione del futuro rendendo così l’evento ricco e intenso nel suo dipanarsi durante una giornata autunnale che ha voluto travestirsi da estiva regalando sole e colori accesi.

In questo articolo avevamo raccontato cosa è la Mediterranean Startup World Cup, avevamo raccontato chi sono le persone del team che ha realizzato l’iniziativa, avevamo raccontato della fortissima capacità di attirare rappresentanti di altissimo valore da tutti gli ecosistemi non solo dell’area mediterranea ma del mondo intero da parte di Francesco Cracolici che insieme a Monica Guizzardi, Aurora Incardona, Federica Pasini, Danilo Mazzara ha realizzato l’evento che rappresenta un’unicità nel panorama dell’ecosistema. Anche Startupbusiness è stato media partner dell’iniziativa e ha contribuito a gestire alcuni dei contenuti che hanno animato la giornata, panel con relatori internazionali dedicati ai temi del fintech, della sostenibilità e della caratteristiche dei vari ecosistemi che si affacciano sul Mare nostrum.

Come per tutte le competition al centro dell’ideale faro che ha scandagliato l’innovazione sbocciata su tutte le sponde del Mediterraneo, le candidature sono state oltre 400 da 50 Paesi, di cui il 34% fondate o co-fondate da imprenditrici, ci sono le startup e in particolare quelle che hanno vinto : Eoliann: fondata nel 2022, è la startup italiana di climatetech, si è aggiudicata il primo premio grazie alla sua innovativa piattaforma per la gestione dei rischi climatici, che utilizza l’intelligenza artificiale e i dati satellitari. Eoliann rappresenterà quindi la Mediterranean Startup World Cup alla Finale Globale della Startup World Cup 2025 in Silicon Valley con la possibilità di vincere un investimento di un milione di dollari. Roberto Carnicelli, co-fondatore e CEO di Eoliann, dice: “Siamo estremamente orgogliosi di rappresentare l’Italia e il Mediterraneo a San Francisco. Questo riconoscimento rafforza la nostra missione di affrontare i cambiamenti climatici con tecnologie avanzate. Il nostro obiettivo è fornire strumenti concreti a governi e aziende per prevedere e gestire eventi climatici estremi”. E poi Nano-Tech: startup italiana che sviluppa soluzioni nanotecnologiche per materiali compositi avanzati, ha impressionato per il suo impatto nei settori aerospaziale e automobilistico e AILA: startup saudita che offre soluzioni di intelligenza artificiale e automazione per settori chiave come la sanità e la finanza, ha dimostrato il valore dell’innovazione tecnologica nel Medio Oriente il cui co-fondatore Abdulaziz Bin Mugayel dice come la sua azienda impegnata nell’edtech guarda già da tempo ai mercati internazionali e non nasconde l’interesse per una eventuale espansione in Europa, magari partendo proprio dall’Italia.

Le tre startup si sono contese la competition con le altre 24 finaliste e hanno avuto la possibilità di presentarsi a una platea arricchita dalla presenza di investitori internazionali che portano in dote un capitale complessivo gestito di circa 10 miliardi di dollari, numero significativo che ha spinto non pochi dei presenti ad affermare come per la prima volta in Italia si assiste a un evento dove ci sono più soldi che startup, un’equazione che dovrebbe essere la normalità ma che ancora appare come una rarità ma ciò che conta è che Nomadic Minds e Pegasus Tech Ventures, che sono gli organizzatori, hanno dimostrato che si può fare e soprattutto che si può fare anche in luoghi, come nel caso di Palermo, che, erroneamente, sono spesso considerati come marginali dall’ecosistema nostrano. Tra i fondi internazionali presenti, oltre a Pegasus Tech spiccano in nomi di Orbit, Coelius Capital, Telegraph Hill, Exceptional Capital, Middle Game.

Non solo il valore della Mediterranean Startup World Cup ha attirato investitori dal mondo, ma ha anche acceso l’interesse verso partner industriali e istituzionali che hanno compreso il valore dell’iniziativa: Assessorato infrastrutture e mobilità, dell’Assemblea Regionale Siciliana, Generali, Unicredit, PWC Prysmian, Formula Coach. E poi i relatori che hanno animato il palcoscenico con presentazioni e con la loro partecipazione alle tavole rotonde che hanno condiviso la loro visione: Jenny Fielding di Everywhere Capital da New York, Brynne Kennedy di Smart Society Ventures, anche lei dagli USA, Federico Travella di Novicap, Mike Sigal che ha una esperienza di decine di investimenti in startup fintech e che ha voluto sottolineare che il settore del fintech, nonostante ciò che spesso si dice attualmente, è tutt’altro che morto. E poi Francesca Perrone di Unicredit, Uros Lekic di Ten-Nine VC, Taryn Andersen che vive a Barcellona e che si divide tra le attività no-profit di Impulse4Women e quelle di investitrice con Telegraph Hill, Salvatore Seminara che racconta come la sua organizzazione Sispi operi per portare tecnologia a supporto delle strategie della città di Palermo. Hajdi Cenan presidente dell’associazione startup della Croazia, Varun Rekhi che lavora con l’investitore austriaco Speedinvest in veste di growth investor, Luca Passoni del trasferimento tecnologico di PWC, Ardian Hoxha Keiretsu Forum e Takuma Terakubo che con il suo Uncovered Fund finanzia startup africane e porta le più interessanti a espandersi anche in Giappone hanno animato la conversazione a proposito degli ecosistemi del Mediterraneo sottolineando come, se è vero che esistono ancora non poche difficoltà per chi fa impresa innovativa, è anche vero che negli ultimi anni si è assistito a una crescita sostanziale della qualità delle imprese, degli imprenditori e anche degli investitori e come il Mediterraneo, storicamente culla della civiltà, continua a riservare sorprese ed eccellenze soprattutto in settori come la sostenibilità, l’energia, la consapevolezza dell’importanza dell’impatto sociale.

Insieme a loro grandi investitori italiani e internazionali che hanno portato contributi di grande valore: da Gianluca Dettori, pilastro del venture capital italiano a Zach Coelius che ha fatto tre investimenti che sono diventati tre unicorni e che senza giri di parole ha messo in luce perché è fondamentale continuare a investire in imprese che fanno innovazione, continuare a prendere dei rischi e guardare oltre l’orizzonte dei ritorni finanziari a breve termine.

L’energia della Mediterranean Startup World Cup di Palermo è giunta in un momento in cui il Mediterraneo, l’Italia e l’Europa hanno fortemente bisogno di essere alimentate da progetti che hanno il duplice pregio di contribuire a unire, connettere, coinvolgere ecosistemi vicini e simili ma ancora operativamente lontani, e di mostrare al mondo che le sponde nord, est e sud di quel mare che per primi i fenici navigarono in ogni direzione dimostrandone il valore, la ricchezza, la varietà, sono capaci di diventare ecosistema unico generatore di grande valore. L’augurio ora è che Francesco Cracolici e il suo formidabile team siano già al lavoro per organizzare la seconda edizione della Mediterranean Startup World Cup.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Iscriviti alla newsletter