2025 anno dell’ecodesign, la guida alla progettazione sostenibile

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L’ecodesign rappresenta oggi una delle principali strategie per combattere il cambiamento climatico e promuovere modelli produttivi responsabili, proprio perché è grazie a questo approccio alla progettazione innovativo che è possibile ripensare il modo in cui immaginiamo e realizziamo i prodotti, ponendo la sostenibilità al centro del processo creativo e compiendo la transizione dall’economia lineare a quella circolare. Tuttavia, la sua implementazione presenta una serie di sfide anche di tipo tecnico, in cui l’innovazione gioca un ruolo fondamentale. Procediamo con ordine.

Cosa è l’ecodesign?

L’ecodesign, o progettazione ecocompatibile, ridefinisce l’approccio alla creazione di prodotti e servizi considerando l’intero ciclo di vita. Non si tratta solo di creare oggetti esteticamente gradevoli e funzionali, ma di ripensare completamente il processo progettuale in chiave sostenibile, considerando quindi un minore impatto nell’uso delle materie prime, una valorizzazione dei materiali riciclati, la riduzione di sprechi. Questo approccio prende quindi in esame ogni step della vita di un prodotto, dalla scelta dei materiali fino al suo eventuale smaltimento o riutilizzo.

Un concetto cardine dell’ecodesign è il Cradle to Cradle (dalla culla alla culla). Il Cradle to Cradle è una filosofia di design che supera il tradizionale modello lineare “dalla culla alla tomba” (cradle to grave), proponendo invece un sistema circolare dove non esiste il concetto di rifiuto. In questo approccio, ogni materiale alla fine del suo ciclo di vita diventa “nutrimento” per un nuovo ciclo produttivo.

I fondamenti della progettazione sostenibile

La progettazione sostenibile si basa su principi interconnessi che lavorano in sinergia. Al centro troviamo la minimizzazione dell’uso dei materiali, un aspetto che va ben oltre la semplice riduzione delle quantità. I progettisti oggi privilegiano materiali riciclati e riciclabili, sviluppando soluzioni creative per ottimizzare ogni risorsa utilizzata.

La minimizzazione dei materiali significa:

  • Utilizzo di materiali riciclati e riciclabili
  • Riduzione degli sprechi in fase di produzione
  • Ottimizzazione delle quantità di materiale utilizzato
  • Qualità del materiale riciclabile

L’efficienza energetica rappresenta un altro pilastro fondamentale. I prodotti vengono concepiti per consumare meno energia possibile durante l’intero ciclo di vita, dall’utilizzo quotidiano fino ai processi di produzione. Questo si traduce in soluzioni innovative che integrano fonti rinnovabili e sistemi di risparmio energetico.

L’efficienza energetica si raggiunge con: 

  • Progettazione per il risparmio energetico
  • Utilizzo di fonti di energia rinnovabile
  • Ottimizzazione dei processi produttivi

La durabilità e la riparabilità completano il quadro dei principi fondamentali. Un prodotto ben progettato deve durare nel tempo e, quando necessario, essere facilmente riparabile. Questo approccio contrasta la cultura dell’usa e getta, promuovendo invece un consumo più consapevole e sostenibile.

– Il design deve garantire una lunga durata del prodotto

– Deve facilitare manutenzione e riparazione

Applicazioni nel mercato

Nel settore industriale, l’ecodesign sta trasformando la produzione di elettrodomestici, packaging e mobili. Prendiamo ad esempio il caso degli elettrodomestici: i nuovi modelli non solo consumano meno energia, ma sono progettati per essere facilmente riparabili e aggiornabili, estendendo significativamente la loro vita utile.

L’edilizia rappresenta un altro campo di applicazione cruciale. Gli edifici moderni vengono concepiti come organismi viventi, capaci di interagire con l’ambiente circostante minimizzando il proprio impatto. Sistemi di recupero delle acque, materiali innovativi e soluzioni per l’efficienza energetica si integrano in un design olistico e sostenibile.

Il quadro normativo dell’ecodesign

La legislazione europea ha giocato un ruolo fondamentale nel promuovere l’ecodesign. Già da qualche tempo la Direttiva Ecodesign (2009/125/CE) e il recente Regolamento sul Green Design del 2024 hanno stabilito standard elevati per la progettazione sostenibile. Vi sono poi riferimenti normativi indiretti, come la PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation), il regolamento europeo sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio, che incentiva l’adozione di principi di ecodesign per garantire che gli imballaggi siano più facilmente riutilizzabili, riparabili e riciclabili. 

Questi strumenti normativi sono affiancati da certificazioni volontarie come l’Ecolabel UE e l’EPD, che offrono ulteriori garanzie ai consumatori.

Il 2025 nell’ecodesign: sfide aperte

Il futuro della progettazione sostenibile si prospetta ricco di innovazioni, grazie anche alla spinta di accelerazione che le recenti normative europee stanno portando. 

Certamente, nei prossimi anni e già a partire dal 2025, si imporranno come elementi vincenti dell’ecodesign l’uso di tecnologie di intelligenza artificiale nei processi di progettazione, volto alla ottimizzare nell’uso dei materiali e l’impatto ambientale con precisione sempre maggiore. Lo sviluppo di materiali innovativi apre scenari prima impensabili, mentre l’economia circolare si integra sempre più profondamente nei processi creativi. Una svolta molto importante potrebbe essere portata dalla stampa 3D, tecnologia che potrebbe rappresentare una killer application dell’ecodeisgn.

Ecco alcune delle principali sfide che si dovranno affrontare.

1. Integrazione di materiali sostenibili 

La transizione verso l’uso di materiali innovativi e/o riciclati è fondamentale, ma non priva di difficoltà. I designer devono bilanciare l’estetica con la sostenibilità, trovando materiali che siano sia ecologici che visivamente attraenti. L’adozione di materiali come il bambù, il vetro riciclato, al carta o la plastica riciclati, i biomateriali, i coating a base minerale, richiede innovazione continua e ricerca per garantire che questi materiali soddisfino gli standard di qualità e durata.

2. Innovazione tecnologica

L’integrazione della tecnologia verde nel design è una sfida significativa. Se, ad esempio, dispositivi come pannelli solari e sistemi di automazione domestica possono migliorare l’efficienza energetica degli edifici, la loro implementazione deve essere progettata in modo da non compromettere l’estetica degli spazi. Inoltre, la continua evoluzione delle tecnologie richiede ai designer di rimanere aggiornati sulle ultime innovazioni per integrare soluzioni efficaci e sostenibili.

3. Consapevolezza dei consumatori

Un’altra sfida è aumentare la consapevolezza dei consumatori riguardo all’importanza dell’eco-design. Molti consumatori potrebbero non essere a conoscenza delle differenze tra prodotti realmente sostenibili e quelli che praticano greenwashing. Educare il pubblico sui benefici del design sostenibile è essenziale per stimolare una domanda informata e consapevole.

4. Accessibilità economica

Il design eco-sostenibile deve affrontare la questione dell’accessibilità economica. Spesso, i prodotti realizzati con materiali sostenibili possono avere costi più elevati rispetto alle alternative tradizionali. Rendere l’eco-design accessibile a un pubblico più ampio è cruciale per promuovere un cambiamento significativo nel mercato.

5. Durabilità e ciclo di vita dei prodotti

Promuovere la durabilità dei prodotti è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale. Ciò implica progettare oggetti che possano essere facilmente riparati, riutilizzati o riciclati al termine della loro vita utile.  I designer devono sviluppare strategie che incoraggino un consumo responsabile e una cultura del riutilizzo.

6. Collaborazioni interdisciplinari

Infine, il futuro dell’eco-design richiede collaborazioni interdisciplinari tra designer, ingegneri, scienziati dei materiali e esperti di sostenibilità. Un approccio integrato può portare a soluzioni innovative che affrontano le sfide ambientali in modo più efficace.

In sintesi, le sfide dell’eco-design nei prossimi anni richiedono un impegno collettivo per innovare, educare e promuovere pratiche sostenibili che possano realmente fare la differenza nel nostro ambiente.

Il ruolo della stampa 3D nell’ecodesign

La manifattura additiva, comunemente nota come stampa 3D, sta rivoluzionando il modo in cui concepiamo la produzione sostenibile. Questa tecnologia si integra perfettamente con i principi dell’ecodesign, offrendo soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale della produzione industriale.

La stampa 3D permette di ottimizzare l’uso dei materiali in modo precedentemente impensabile. Durante il processo produttivo, viene utilizzato solo il materiale strettamente necessario, riducendo drasticamente gli sprechi tipici delle lavorazioni tradizionali. I software di progettazione avanzati permettono di creare strutture alleggerite che mantengono le stesse proprietà meccaniche utilizzando meno materiale, un processo noto come ottimizzazione topologica.

Un altro aspetto rivoluzionario riguarda la localizzazione della produzione. La stampa 3D consente di produrre componenti e prodotti vicino al punto di utilizzo, riducendo significativamente l’impatto ambientale legato al trasporto e alla logistica. Questo approccio “produce dove serve” sta già trasformando le catene di approvvigionamento globali verso modelli più sostenibili.

Nel contesto della riparabilità, la stampa 3D offre soluzioni innovative per il problema dei ricambi. Quando un componente si rompe, anziché sostituire l’intero prodotto, è possibile stampare solo il pezzo necessario. Questo approccio estende significativamente la vita utile dei prodotti e riduce la necessità di mantenere grandi inventari di pezzi di ricambio.

L’innovazione nei materiali per la stampa 3D sta aprendo nuove frontiere per l’ecodesign. I ricercatori stanno sviluppando filamenti biodegradabili derivati da scarti agricoli e industriali, creando un perfetto esempio di economia circolare. Alcuni materiali innovativi includono compositi a base di scarti del legno, bioplastiche derivate da mais e altri materiali rinnovabili.

La tecnologia sta anche rivoluzionando il modo in cui pensiamo al fine vita dei prodotti. Grazie a speciali additivi, alcuni materiali per stampa 3D possono essere facilmente riciclati e riutilizzati per nuove stampe, creando un ciclo virtuoso di riuso del materiale. Questo aspetto è particolarmente rilevante per i settori che tradizionalmente generano grandi quantità di scarti, come l’industria automobilistica e l’elettronica di consumo.

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