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Defhouse, content creator come startup

La content factory milanese realizzata da Luca Casadei e Giuseppe Greco è fucina di talenti della creatività per i media digitali

Pubblicato il 18 Giu 2024

Una delle sale della Defhouse

A fronte di un investimento di circa 600mila euro fatto nel 2020 ha chiuso il 2023 con un fatturato di 3,3 milioni di euro e 200 clienti. Sono i numeri, in sintesi della Defhouse, iniziativa che fa capo alle società Grow up network e Web stars channel (che aggregano un fatturato complessivo di 13,5 milioni di euro nel 2023) e che si presenta come un hub pensato per i creatori di contenuti desinati ai social network.

Ideata e fondata da Luca Casadei e Giuseppe Greco Defhouse è hub di content creator della generazione Z tra cui spiccano i nomi di Alessia Lanza, Emily Pallini, Yasmin Barbieri, Simone Berlini, Davide Moccia, Marco Bonetti, Florin Vitan, Brian Ramos, Andrea Fratino.

“I content creator – dice Greco – sono come delle startup e la Defhouse è una sorta di incubatore in cui loro possono esprimere la loro creatività, raffinare la loro professionalità e crescere sia umanamente sia professionalmente. Con loro abbiamo un rapporto di collaborazione che puntiamo a fare crescere, abbiamo creato una relazione che è sì professionale ma soprattutto umana che ci permette di dare vita a progetti che sono sempre in evoluzione e pensati per specifici target sia generazionali sia settoriali”.

Alessia Lanza, tra i content creator della Defhouse

“Quando i content creator crescono ragioniamo con loro anche in termini di scalabilità – aggiunge Casadei – creiamo con loro società specifiche per dare loro sempre maggiori risorse e senso imprenditoriale ed è per questo che con i nostri content creator stabiliamo fino da subito rapporti a lungo termine, non meno di tre anni, e relazioni strutturate per dare vita a progetti che hanno capacità di affermarsi ed evolvere nel tempo”.

Defhouse, il cui nome è frutto della crasi tra ‘definitive’ e ‘house’, si ispira a progetti simili di content factory realizzati negli USA ed è un luogo progettato per essere allo stesso tempo un ufficio, un luogo che favorisce la creatività, un set per la realizzazione dei contenuti e anche un catalizzatore di forme d’arte, a partire dalla musica.

“Nei nostri piani – aggiunge Casadei – c’è quello di strutturare le nostre aziende creando una holding di controllo e poi sviluppando realtà specifiche per cogliere tutte le opportunità di mercato, per esempio siamo in procinto di lanciare progetti specifici per altrettante aree specifiche come il cibo e lo sport”, quindi non solo format ma veri e propri contenitori dedicati a rispondere alle esigenze sia del pubblico sia delle aziende. “Uno dei nostri clienti più importanti è stato Armani che ci ha permesso di crescere in modo significativo e di sviluppare concretamente progetti di alto valore che ci hanno dato la misura delle nostre capacità e della nostra creatività”.

Nomi come Revolut, Adidas, Boss, Labello e Nivea del gruppo Beiersdorf, L’Oreal, Calzedonia, LVMH, Huawei, Scuderia Ferrari eyewear, Desigual, McDonald’s, Nike, Just Eat Paramount+, Virgin Active, Dodo, Tommy Hilfiger fanno regolarmente ricorso alla creatività dei content creator che fanno capo a Defhouse che si trova nella zona nord-est di Milano.

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